Come curare la prostatite: capire in cosa consiste
Nell’apparato riproduttivo di individui XY, la ghiandola prostatica rappresenta un elemento fondamentale per una buona salute. Il suo compito principale è quello di produrre liquido prostatico, che aiuta il trasporto degli spermatozoi ed è particolarmente sensibile ai livelli ormonali dell’individuo, causano talvolta ingrossamenti ed infiammazioni noti con il nome di “prostatite”. La prostatite è dunque un’infiammazione causata da batteri o condizioni di salute precarie, presentandosi in concomitanza con alcune patologie croniche. Il problema è particolarmente invadente, specie se non trattato, in quanto causa dolore alla minzione e in tutta la zona genitale, compresa quella pelvica. Ma come si può curare una prostatite? Uno sbaglio comune è credere che al manifestarsi dei sintomi si debba immediatamente pensare ad un tumore alla prostata, ma in realtà le due cose non sono scientificamente collegate, con sintomi talvolta simili, come la presenza di sangue nelle urine.
Prevenire la prostatite
Una delle maggiori cause di prostatite è certamente l’età. Con il diminuire della produzione ormonale e dell’attività antibatterica naturale del corpo ridotta, si può soffrire di un improvviso evento di prostatite, che può persino cronicizzarsi se non trattato adeguatamente.
Oltre all’età, però, una prostatite sopraggiunge anche se vi sono residui di una precedente infiammazione, attraverso un’infezione nella vescica, oppure con un trauma pelvico. Altre cause, meno comuni, sono infezioni dovute a cateteri e la presenza di HIV o AIDS nel sistema immunitario. Per confermare la diagnosi si eseguono test delle urine, analisi del sangue, controllo di eventuali secrezione con massaggio post-prostatico e persino esami diagnostici, per capire il tipo di prostatite, stesso motivo per cui si potrebbe procedere con una TAC o un’ecografia.
Quanti tipi di prostatite esistono? Essenzialmente c’è soltanto quella batterica acuta, che causa sintomi improvvisi e simili ad un’influenza, la prostatite batterica cronica che rappresenta la radicalizzazione di una forma acuta della patologia, resistente agli antibiotici e spesso persino priva di sintomi. Questo tipo è il più comune e colpisce gli individui più anziani con maggiore frequenza, che talvolta non subiscono peggioramenti.
Infine esiste la prostatite infiammatoria asintomatica, che regredisce da sola e viene scoperta per caso quando si eseguono test di altro tipo.
Come si cura quindi la prostatite in questi casi?
Come curare la prostatite
Sebbene esistano casi poco comuni di guarigione spontanea, come nell’ultima tipologia di prostatite menzionata, la maggior parte richiede una terapia mirata. Di norma alla comparsa dei primi sintomi è indicata la prescrizione di un ciclo di antibiotici, a seguito di una diagnosi del tipo di batteri che hanno causato l’infezione. Se la sintomatologia è già arrivata a dolori insopportabili e manifestazioni acute della malattia, allora l’antibiotico andrà somministrato per via endovenosa. Il ciclo medio di durata va dalle 4 alle 6 settimane, variabile a seconda della gravità e della risposta del sistema immunitario.
Nei casi di prostatite cronica o ricorrente, l’antibiotico si rivela uno strumento efficace, ma con cicli più lunghi e accompagnati da integratori e farmaci per evitare la comparsa di altre patologie comuni dei cicli prolungati di antibiotici. Al termine del ciclo, la prostatite dovrebbe essere guarita, o quantomeno non presentare più i sintomi fino alla comparsa del nuovo attacco, se ricorrente. Si può certamente guarire anche dalle situazioni croniche, ma la terapia è più lunga e mirata. Va innanzitutto trovata la causa e dopodiché stimolata un’adeguata risposta immunitaria.
L’importante è non prendere iniziative e farsi guidare dal medico nel trattamento di un disturbo che, se controllato, evita l’insorgenza di danni permanenti.